Decreto dignità

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Decreto dignità

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Stretta sui contratti a termine, norme più stringenti sulle delocalizzazioni, lotta al precariato e alla ludopatia, semplificazioni fiscali.

E’ quanto previsto dal dal Decreto dignità approvato con il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 e convertito dalla Legge 9 agosto 2018, n. 96, pubblicata sulla Gazzetta n. 168 del 13 luglio scorso.

Ecco le principali novità del decreto:

Durata massima dei contratti a termine scende a 24 mesi dai 36 previsti dal Jobs Act. Fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate. In presenza di una di queste condizioni già a partire dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a 24 mesi. Il numero massimo delle proroghe passa da 5 a 4. Le nuove regole saranno operative dal prossimo 1° novembre.

Licenziamento illegittimo: l’indennità massima passa da 24 a 36 mensilità, mentre la minima da 4 a 6 mensilità.

Aumento dello 0,5% del contributo addizionale, attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione. La misura ha lo scopo di indirizzare i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme contrattuali stabili.

Contrasto alla delocalizzazione. le aziende che hanno ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche in Italia e che spostano la sede al di fuori dell’Unione Europea prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine delle agevolazioni subiranno una sanzione da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto.

Taglio contributi babysitter e badanti: sconto sui contributi in caso di assunzione di collaboratori domestici sotto i 35 anni.

Lotta contro la ludopatia. Divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo: le sanzioni previste per la violazione del divieto salgono dal 5 al 20% del valore del contratto. Sui “gratta e vinci”, analogamente a quanto avviene per le sigarette, è introdotto l’obbligo di riportare la scritta “Nuoce alla salute”.

 

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